Wellbeing e produttività: 5 benefici concreti

Redazione

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28 nov 2025

Wellbeing e produttività: 5 benefici concreti
Wellbeing e produttività: 5 benefici concreti
Wellbeing e produttività: 5 benefici concreti

Introdurre azioni di wellbeing, all’interno del proprio piano di business aziendale, significa semplificare di molto la vita agli HR: dipendenti in salute, che lavorano bene, significa abbassare drasticamente turnover ed e-mail di lamentele più che giustificate. 

I dipendenti non sono numeri, ma persone che passano una gran fetta della loro vita a dedicarsi al successo del tuo business. Per questo vi è la necessità di attenzionare la cura del personale nei propri piani aziendali. 

In concreto, vi sono almeno 5 effetti che possono riflettersi sulla produttività e guadagno aziendale. 

1) Meno assenteismo e presenteismo

Quando stress, insonnia e piccoli disturbi si riducono, calano i giorni persi e, soprattutto, le ore “presenti ma improduttive”.

Per avere una controprova dell’utilità dei programmi di wellbeing in questi ambiti, basta monitorare il trend mensile di assenze, picchi legati a turni/carichi di lavoro, survey brevi su energia e sonno.

Molte sono le ricerche che monitorano tali fenomeni, condotte da enti specialisti del settore come Deloitte e Gallup. 

Tutti mostrano dati in positivo e tendenze di adozione crescenti al momento dell’attivazione concreta dei programmi di wellbeing come benefit aziendale. 

2) Più focus e qualità del lavoro

Micropause guidate, pianificazione dei pasti e attività fisica leggera migliorano attenzione e prestazioni lavorative: meno interruzioni e dedizione al flow, ma senza esagerare.

Ciò è misurabile dal numero di task chiusi durante gli sprint e la qualità del lavoro prodotto. Un dato incontrovertibile, che mostra il benessere del dipendente nello svolgimento delle proprie mansioni. 

3) Engagement in crescita, output più alto

Il wellbeing sostenuto dai manager alza motivazione e senso di appartenenza: i team partecipano di più e sostengono ritmi migliori, anche perché hanno la consapevolezza di avere un’organizzazione che bada alle loro esigenze. 

In più, un manager formato e attento può evitare egli stesso il rischio concreto di finire in burnout, compromettendo il lavoro del proprio team a monte. Ogni piccolo progresso deve essere premiato, creando continui stimoli che portano i dipendenti a vette sempre più alte. 

4) Meno errori e incidenti, più sicurezza

Stanchezza e overload aumentano l’incidenza di errori operativi. In un contesto di benessere olistico, invece, vi è più attenzione ai dettagli, con meno incidenti e ri-lavorazioni. Ciò non significa avere dipendenti perfetti, ma alleati che controllano con più capillarità il proprio lavoro e che agiscono con lucidità anche nel porre rimedio su possibili disattenzioni. 

Questo dato è misurabile nel numero di reclami riscontrati o nella lunghezza di chiusura dei task. 

5) Retention più alta e onboarding più rapido

Persone che stanno bene restano e diventano operative prima: il valore dei nuovi dipendenti fiorisce in tempi più brevi e si riducono drasticamente le dimissioni volontarie.
In questi casi, si noterà una produttività dell’80–100% nei nuovi ingressi già nei primi 6 mesi di attività e un tasso di turnover abbattuto drasticamente.

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